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La Madre Oscura

Il "quarto" della Saggezza: abitare le soglie

La luna del lupo e la Madre Oscura

Illustrazione di Sara Filippi Plotegher dal mandala delle Tredici Lune

L’archetipo della Madre Oscura è presente e onorato in tutte le culture arcaiche come la Vecchia Mietitrice, la Distruttrice, colei che recide il filo. Spinge verso una fine ciò che è sopravvissuto alla sua utilità. Si ciba di vecchia vita perché il nuovo possa avere spazio. Ci hanno insegnato ad averne paura, perfino a non nominarla. Eppure questa parte di noi ha un potere evolutivo enorme.

L’ARCHETIPO DELLA MADRE OSCURA NEL CERCHIO DELLA VITA

Nella vita incontri l’archetipo della Madre Oscura quando attraversi dei lutti, ogni volta che compi un grande salto verso l’ignoto e particolarmente quando il salto è inevitabile, fuori dal tuo controllo. O quando accompagni qualcuno in questo processo, che ha una sua durata, funzionale ad operare le ultime trasformazioni sia sul piano personale che delle relazioni più importanti.
Così come la nascita, la morte arriva quando vuole, non puoi far nulla per fermarla.
La Madre Oscura consegna se stessa, che lo voglia o no e così facendo getta un ponte verso l’aldilà, verso qualcosa che ancora non conosce, in senso ultraterreno ma anche rispetto ad un’altra fase della vita. Il cerchio continua, su un altro piano, e la luna della Madre Oscura è una luna “di soglia”, di rinascita.

LA CASA NATURALE DELLA MADRE OSCURA NELLA RUOTA DELL’ANNO

La lunazione che segue il solstizio d’inverno è la più fredda e dura. Il solstizio ha segnato il punto di svolta del ritorno della luce solare, ma siamo ancora ben lontani dal sentirne la forza.
Nel regno animale gli esemplari più vecchi e fragili non riusciranno a vedere la primavera.
In questa luna tutto è fermo e silenzioso e ci parla della strategia del non fare in attesa del momento giusto, del sostenere la tensione nei momenti duri, del lasciare che la difficoltà, la scomodità, la ruvidezza, il dolore portino i loro messaggi.

L’ARCHETIPO DELLA MADRE OSCURA NEL MESE ORMONALE

La mestruazione sta liberando l’utero della sua vecchia pelle e, se siamo in contatto con i bisogni del corpo, ci siamo concesse una pausa nel primo giorno di sangue. Già concederci un assaggio di questo vuoto rappresenta una sfida enorme. Figuriamoci muoverci con lentezza nel giorni successivi, nel delicato passaggio che ci porterà alla nuova fase follicolare!
La psico-bio-dinamica del ciclo ci ha offerto un momento di rinnovamento radicale e in questa morte mensile dell’io forse sono arrivati messaggi per orientare i nostri prossimi passi nella giusta direzione. Su questa soglia tra vecchio e nuovo ciclo rischiamo perdere la preziosa connessione con il nostro nucleo sacro. Per evitarlo, come suggerisce Alexandra Pope, abbiamo bisogno che sia la parte più lenta di noi a dare il ritmo alla nostra giornata e a dettare l’agenda.

Forse ti trovi ad aver toccato con i piedi il fondo di qualche pozzo esistenziale e ti domandi, lì nel buio, se avrai mai la forza per risalire.
Clarissa Pinkola Estes pone queste domande chiave per abitare la soglia difficile della perdita contattandone la parte trasformativa:
“Quale non-bellezza temo?”
“Cosa so che dovrebbe morire, ma esito a permetterlo?”
“A quale vita temo di dare la nascita?”

IL “VIAGGIO” DELLE TREDICI LUNE SVELA ALTRETTANTI ARCHETIPI FEMMINILI. SONO ASPETTI DI TE, CHE CHIEDONO DI TROVARE SPAZIO E VOCE. SONO STATI PROPOSTI IN UNA “RUOTA DI MEDICINA” DA ELIZABETH DAVIS E CAROL LEONARD NEL LIBRO “THE CIRCLE OF LIFE” (ED CELESTIAL ARTS). L’ARTISTA SARA FILIPPI PLOTEGHER HA COLLABORATO CON ME PER DARE FORMA VISIVA A QUESTO VIAGGIO.
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